Dopo sessant’anni, pare che lo sfregio incancrenito di Corso Martiri della Libertà, nello storico quartiere catanese di S. Berillo, vedrà partire la sua rinascenza, occasione unica per l’innesto nel tessuto dormiente della Città di un germe fisico-spaziale di architettura veramente contemporanea. Con entusiasmo l’Amministrazione cittadina vuole adesso anche portare a compimento altre due iniziative da tempo bloccate: il piano parcheggi e il PUA che riguarda le aree costiere a sud della città.
Piano ambizioso, pur fattibile, considerate le motivazioni giudiziarie per l’uno, tecniche per l’altro, che ne hanno impedito sinora la realizzazione. Occasioni importanti specie in un momento di crisi economica, più grave nel settore delle infrastrutturazioni territoriali, causata certamente dalla mancanza di risorse ma anche da un sistema generale di regole oramai avvitato su se stesso e, in molti casi, solo fine a se stesso. Lo stesso nuovo Governo stà studiando procedure tali da poter sbloccare l’attuale stallo, incentivando, vedremo come, la partecipazione di capitali privati al processo di rinnovamento del nostro territorio.
Ognuno è chiamato a fare la propria parte per dirigere la nave Italia verso acque più tranquille e nessuno, con lo scudo delle norme, delle Leggi, delle remore di varia natura dovrebbe rallentarne la navigazione.
Che non significa accettare acriticamente tutto in nome dell’economia più o meno di mercato.
Tornando ai grandi progetti c’è da chiedersi fino a che punto potranno costituire appunto un’occasione di rinascita urbanistica. Interrogativo che ha a che fare con lo studio delle relazioni e intersezioni che queste occasioni potranno avere tra loro e poi con la città complessivamente intesa. Dovrebbe essere, speriamo, il tema centrale del nuovo Piano Regolatore Generale che l’Amministrazione si accinge a portare all’attenzione del Consiglio Comunale. In esso dovrebbe già trovar posto l’intendimento del Governo di rendere partecipe attivo dei processi di rinnovamento urbano il capitale privato. Per esempio individuando strumenti organizzativi che possano innescare positivamente operazioni di rivitalizzazione, rigenerazione, del tessuto edilizio esistente superando, per quanto possibile, la logica del semplice parametro quantitativo e conservativo a favore di nuovi valori funzionali, estetici, tecnologici, in una parola, di qualità urbanistico-architettonica. Le grandi opere, che a breve si spera verranno messe in cantiere, possono rappresentare quella molla che può far ripartire l’interesse dell’economia, non solo cittadina, verso questa grande operazione di rigenerazione che è certamente fisica ma altrettanto lo è dal punto di vista economico e sociale.
Non è un tema nuovo, molte città nel mondo e anche in Italia hanno già attuato questo processo, in molti casi anche con la partecipazione attiva delle collettività, con risultati evidenti e consolidati. E’ un percorso virtuoso nel quale anche Istituzioni hanno deciso di investire. E’ il caso della Cassa Nazionale di Previdenza di Ingegneri e Architetti che in questa attività ha deciso di metterci la faccia e 100 milioni di Euro.
Non mancheranno altri investitori se sono certi i modi e i tempi dell’investimento e questo dipende prevalentemente dalla Politica. Quella con la P maiuscola…