L'UNIVERSITÀ E SATURNO

C'è un dipinto, di Francisco Goya, che rappresenta il dio Saturno nell'atto di divorare i suoi figli.
Come non pensare all'attuale situazione nella quale alcuni esponenti universitari, approfittando del complice sistema stesso di finanziamento degli Atenei e delle incerte e contraddittorie applicazioni delle Leggi che pur ci sono, prima formano professionisti e dopo contribuiscono a rendere inutile il loro percorso formativo, sottraendo loro occasioni di lavoro e confronto.
E' sempre più diffusa la pratica, infatti, da parte di alcune Amministrazioni Comunali, di affidare lo studio dei loro strumenti urbanistici ( e anche altro) a Istituti universitari, con la foglia di fico della cosidetta "consulenza". Secondo la quale c'è qualche "professore" che, in nome proprio o del Dipartimento di cui fa parte, assume la consulenza che poi fa svolgere materialmente ai propri "ricercatori" o studenti. Il tutto spesso accompagnato dal "coinvolgimento" strumentale degli attori sociali. A volte a fronte di un emolumento altre gratuitamente.
Gratuitamente? In questo caso, non so quanto diffuso, in realtà il compenso, invece che monetario, è rappresentato dai crediti curriculari che quest'attività può generare ai "consulenti", crediti spendibili in funzione dello sviluppo della carriera universitaria e quindi anch'essi poi misurabili economicamente.
Peccato.
Peccato che numerose sentenze di vario ordine e grado precisino che l'università può svolgere prestazioni professionali solo se funzionali alla propria attività di ricerca e didattica; peccato che la stessa antitrust ( un pò strabica in verità) abbia dichiarato che non possono essere affidati alle università incarichi per prestazioni di pertinenza delle libere professioni. Peccato che il lavoro gratuito, secondo l'Agenzia delle Entrate, è da considerarsi evasione IVA e IRPEF(oltre che un danno alla formazione del PIL); peccato, ancora, che le professioni tecniche, tra le altre, stiano vivendo il loro settimo/ottavo anno di crisi profonda e di tutto hanno bisogno tranne che si tolgano loro ulteriormente occasioni di lavoro. Come stupirsi quindi se i dati dicono che le iscrizioni ai corsi univerisitari in architettura e ingegneria si riducono a ritmi elevati? Finirà che Saturno, a furia di fare tanti, troppi, figli e mangiarseli, resterà prima o dopo senza cibo. Il problema è che a farne le spese, alla fine, sarà tutto il Paese. Una conferma, ove ce ne fosse stato bisogno, che l'intero sistema di regole che ci è stato imposto in materia di servizi per l'architettura e l'ingegneria ha una sola - anzi due- definizioni possibili: irresponsabile e idiota!

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